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#84 – Catalisi

di Fabio Furlanetto e Mickey

 

1 Police Plaza, downtown Manhattan

Vivendo a New York, Maureen Goodwin ha già visto questa scena un milione di volte. I cordoni della polizia, le sirene delle ambulanze, le domande dei giornalisti... qualcosa di sovrumano si è abbattuto sulla città, e tutto quello in cui possono sperare i civili è una dichiarazione ufficiale in cui le autorità racconteranno solo una frazione della verità.

Maureen si sente ridicola. Fino a pochi giorni fa non si sarebbe sognata di attraversare la città indossando sotto l’impermeabile un costume attillato rosso e blu comprato in saldo ai magazzini Van Dyne. Ora invece indossa la maschera blu che ne copre completamente la testa, lasciando scoperti i lunghi capelli castani. Una strana energia attraversa la sua chioma, alterandone la struttura molecolare per renderla rossa. Maureen fa un ampio respiro.

“Coraggio, nessuno ti riconoscerà” dice a se stessa, nascondendo l’impermeabile dietro un cassonetto ed uscendo allo scoperto.

Ignora il chiacchiericcio dei curiosi (“Tu la conosci quella?”, “Credevo avesse un costume diverso”, “Spero non sia una mutante”) e supera imperterrita il cordone di polizia.

-Dove credi di andare, ragazza? – chiede un poliziotto, afferrandola per il braccio.

-C’è ancora qualcuno intrappolato sotto le macerie? – domanda Maureen, cercando di rendere la propria voce più bassa del normale; la maschera aiuta più di quanto credeva possibile.

-Almeno una dozzina...compreso l’Uomo Ragno.

 

Forest Hills
Casa Parker
Le Watson sono rientrate in tutta fretta quando hanno saputo dello scontro tra l'uomo di casa Parker e il misterioso Coordinatore. Quando la facciata del palazzo della polizia è esplosa, in diretta, la sensazione provata è stata simile al crollo della prima delle Torri Gemelle. Con la differenza che lì non c'era nessun loro conoscente.

-Osantocielo - dice Anna, portandosi una mano al petto.
Sua nipote non le fa eco, non emette un suono, pur avendo la bocca spalancata. Sente la responsabilità di mantenere la calma e minimizzare la questione.
-Quel bastardo... - commenta, all'indirizzo del Coordinatore.
-Non... non vedo più l'Uomo Ragno...
-Non mi preoccupo per lui... sto pensando ai poliziotti...
-Anch'io a loro, ma come fai a esserne sicura? Di Peter, dico?
-So che è difficile capirlo dall'esterno, so che è... inquietante, ma per me è la routine. Non dico di avere un sesto senso, ma so quando devo iniziare ad agitarmi.
«... diradato il polverone, non c'è traccia dell'Uomo Ragno, ci si sarebbe aspettato che avesse già fatto capolino tra le macerie ormai» commenta intanto una telecronista. «Impossibile quindi immaginare il numero delle vittime....»
-Vado a controllare la bambina - si alza Mary Jane, nell'ingenuo vano tentativo di mostrare indifferenza. Come si può darla a bere alla donna che ti ha cresciuto nel pieno di una travagliata adolescenza?

 

Una stanza buia

Qualcosa di metallico si muove sul pavimento, avvicinandosi al tavolo. Accompagnato dal suono del telefono che squilla, si arramica su una delle gambe avvinghiandosi con quattro delle proprie otto zampe. Una di esse spalanca i quattro artigli per sollevare la cornetta.

-Non ancora – ordina una voce maschile.

Il mostro di metallo si ferma ed indietreggia, mentre un suo gemello schiaccia il telefono sotto il proprio tentacolo.

Una squallida palazzina nel Bronx

L’appartamento di Max Dillon è un disastro. Il costume da Electro è steso ad asciugare su un filo che attraversa il salotto, sparsi a caso ci sono sacchi dell’immondizia contenenti centinaia di dollari rubati ai bancomat di mezza New York, e l’Avvoltoio ha sequestrato il tavolo da pranzo come piano di lavoro per uno dei suoi marchingegni.

Il beep del forno a microonde segnala che la cena è pronta; Max lascia andare la spina dell’elettrodomestico, che trovandosi senza energia si spegne.

-Sicuro di sapere cosa fare? – chiede ad Adrian Toomes, porgendogli il piatto.

-Il mio esoscheletro funziona ad energia elettrica, Max; l’unico problema a costruirne uno per te è evitare che si fonda con i voltaggi che usi tu.

-Se lo dici tu – minimizza Electro, sedendosi accanto all’Avvoltoio.

I due super-criminali restano in silenzio, mangiando lasagne precotte e seguendo il telegiornale.

«... non c'è traccia dell'Uomo Ragno, ci si sarebbe aspettato che avesse già fatto capolino tra le macerie ormai...»
-I soliti esagerati. Figurati se il Ragno si fa fregare da un’esplosione in faccia – commenta l’Avvoltoio.

-Una volta gli ho fatto esplodere addosso una conduttura del gas. Un po’ di scintille e BOOM – si vanta Electro.

-Poi com’è andata a finire?

-Come sempre – taglia corto Electro, togliendo corrente al televisore con un gesto – Il Coordinatore gioca pesante, facendo saltare in aria la centrale di Polizia. Che sia Octopus? E’ strano che Otto non si faccia trovare proprio quando qualcuno ruba il suo vecchio alias.

-Ma l’hai visto? Octopus pesa il doppio del Coordinatore.

-Magari ha inventato una pillola dimagrante, potrebbe esserne capace.
-A quel punto diventerebbe l'uomo più ricco del pianeta e non avrebbe bisogno di tornare al crimine.
-Avrebbe potuto farlo comunque. Piuttosto... Osborn?

-Ha già abbastanza grane ultimamente[i] e non è del tutto nel suo stile. Potrebbe anche essere uno nuovo. Chiunque sia, non vuole uccidere solo l’Uomo Ragno; i Sinistri Sei sono sulla lista

-Dovremmo fare una nostra lista, allora – risponde Electro, posando il piatto – L’Uomo Sabbia è fuori da quando è passato dall’altra parte. Kraven è schiattato, ma ho sentito dire che suo figlio è abbastanza in gamba.

-Non so se possiamo fidarci di lui. Né di Mysterio... sempre che quello in giro sia davvero Quentin Beck – chiarisce l’Avvoltoio.

-Allora reclutiamo qualcun altro della vecchia guardia. Il Camaleonte sta già con il Coordinatore, ma se lo paghiamo abbastanza potrebbe passare dalla nostra parte.

-Di che stai parlando? Quella era una donna, l’hai visto benissimo.

-E allora? E’ il Camaleonte.

-Non voglio nessun invertito nei Sinistri Sei – protesta l’Avvoltoio.

-Lasciamo perdere. Lo Scorpione è morto, Hobgoblin forse anche...di sicuro è morto Macendale...[ii] Rhino è in galera alla Volta...

- Qualcuno che non ha superpoteri, come me, che sta dietro le sbarre per la stessa storia, ma nel più abbordabile Ryker's... Shocker – realizza l’Avvoltoio.

-Quel perdente? – ridacchia Electro – Poi chi altri, Kangaroo?

-Hey, il Ragno si è quasi fatto ammazzare da Chance. E ti ricordo che l'ultima volta abbiamo arruolato la Macchia: il fondo l'abbiamo già toccato. Posso potenziare le armi di Shocker e renderlo più pericoloso di te.

-Vorrei proprio vederti!

-Te la senti di scommetterci sopra metà del prossimo bottino? – chiede l’Avvoltoio.

-Ci sto – risponde Electro, stringendo la mano al vecchio alleato.

 

1 Police Plaza, downtown Manhattan

Maureen Goodwin sembra invasata. Ha ricevuto i suoi superpoteri una manciata di giorni fa. Ha anche ricevuto una tacita benedizione dell'Uomo Ragno. E alla sua prima uscita pubblica, il suo potenziale mentore giace sotto quintali di macerie e lei rischia di non riuscire a salvarlo.
Non ha la più pallida idea di dove esattamente sia sepolto. Non ha un piano. L'unica cosa che riesce a fare, brutalmente, è toccare i frammenti più voluminosi delle macerie e trasformarli in azoto atmosferico, relativamente inerte.
Un mugugno capta la sua attenzione e si affanna in quella direzione.
- Chi c'è là?! - chiama, creando man mano il vuoto davanti a sé, finché una mano non guantata spunta davanti alla sua faccia.
Un poliziotto.
-Aiutami - esala il sepolto, con le scarse forze che ha.
La ragazza ha la prontezza di spirito di voltarsi e gridare a gran voce:
-Presto, una barella qui!
mentre vaporizza le macerie che la separano dal ferito.
-Bel lavoro, ragazza, continua così! - la incoraggia un paramedico, dopo aver adagiato il paziente.
In segno di ringraziamento lei annuisce soltanto. Se avesse più esperienza, chissà se potrebbe lavorare su maggiori quantità di materia in un colpo solo...
-Uomo Ragno, dove sei?? - si lascia sfuggire, Non ha risposta immediata.
Un civile viene salvato dalle macerie e la ringrazia, eppure non riesce a godersi il successo.
Un violento rumore di calcinacci la fa voltare: come in un film di zombie, un bracco rosso è sbucato dalle rovine della facciata. Maureen gli corre incontro e le sembra di muoversi al rallentatore. Quando l'ha raggiunto, uno Spidey inginocchiato si sta scrollando la polvere di dosso.
-Accidenti, quando mia zia mi ha consigliato le sabbiature, non pensavo fossero così toste... - cerca di scherzare, prima di cedere a un accesso di tosse.
-Uomo Ragno! Come stai?
-Eri tu che mi chiamavi? Sono stato peggio, grazie. Ma tu sei... - allude, dopo aver fatto mente locale sul suo costume e sulla sua voce impostata. I capelli erano riusciti a fuorviarlo per qualche secondo, complice il trauma da schiacciamento.
-Sì, sono io... chiamami Catalyst!

-Ho sentito nomi di battaglia migliori - borbotta, inascoltato, l'Uomo Ragno, mentre le porge le mano e si aiuta a farsi sollevare, per darle un contentino. - Sai quanta gente è ancora sepolta?
-Io ne ho fatti estrarre due, ne ho visto qualcun altro, dicono fossero una dozzina in tutto...
-Mau---Catalyst, concentrati - le dice, cingendole le spalle - se funzioni con un certo istinto, devi avere un qualche forma di “Senso della Materia”!

-Ma dove li prendi certi nomi?

-Sono un vulcano di pessime idee. Chiudi gli occhi e cerca complessa materia organica...

-O-ok...
La Goodwin segue il consiglio e accusa un capogiro, quando cerca di discriminare le indistinte e inedite sensazioni che il suo cervello riceve.
-Ecco, sì... uno... no, due... tre... credo ci siano almeno cinque persone sepolte.
-Bravissima. Ora diamoci da fare: tu fammi strada!
L'accoppiata risulta alquanto vincente: dividendosi gli obiettivi e facendo leva ora sulla trasmutazione materica di Catalyst, ora sulla superforza dell'Uomo Ragno, i corpi vengono estratti.
Anche se per due di loro, non c'è niente da fare.
-Ragno, la poliziotta... credo che... - si interrompe Maureen, perché le viene da piangere alla vista del cadavere e non vuole darlo a vedere.
-Hai fatto tutto il possibile - cerca di rassicurarla, accarezzandole la spalla - Ora andiamo...
Non appena si allontanano dal cumulo di macerie e si avvicinano ai cordoni della polizia, i cronisti li circondano e li bombardano di domande.
-Catalyst?? Abbiamo sentito bene?
-State insieme?
-Quanti anni hai?
-Sei d'accordo a telare via? - le sussurra l'arrampicamuri.
La ragazza fa spallucce, e strabuzza gli occhi quando l'eroe la cinge per la vita, lancia una ragnatela verso l'edificio più lungo e balza via dall'orda di giornalisti.

Forest Hills
-Visto che avevo ragione? - sorride Mary Jane, a metà tra il raggiante e il trionfante, nonostante sia impegnata ad asciugare stoviglie. Poche, giacché solo la piccola May non aveva lo stomaco chiuso.
-Contenta di avere torto, ma anche se è vivo, dovrebbe essersi fatto molto male. Come farà al lavoro?
-Lui ci va sempre lo stesso. Guarisce in fretta.
-Buon per lui - annuisce, poco convinta, Anna, mentre le passa un piatto appena pulito - Io comunque penso che mi prenderò qualche goccia di valeriana prima di coricarmi.

-Se proprio devi...
-Guarda che con me puoi togliere la maschera della super-donna, sai?
-Ma quale maschera... la realtà è che mi sto scervellando a capire chi è la rossa che è arrivata dopo e con cui se n'è andato. Pensavo di conoscere tutti nel giro... sarà una nuova?
-Non ne ho la più pallida idea, riconosco a malapena Capitan America e i Fantastici Quattro. Non è che sei gelosa?
-Ah, se dovessi essere gelosa delle sue super-colleghe, sarei una madre single da un bel pezzo!

Le donne si lasciano andare a una risata liberatoria. Utile, finché Peter Parker non sarà rientrato a casa e non avrà acquietato del tutto l'apprensione nei suoi confronti.

 

Tra i grattacieli di Manhattan

L’Uomo Ragno volteggia sopra la città con la solita naturalezza, senza preoccuparsi del peso aggiuntivo della ragazza in costume che si tiene stretta a lui.

-Grazie per il salvataggio; non avrei saputo cosa rispondere – ammette lei.

-Prima volta davanti ai giornalisti? – chiede l’arrampicamuri.

-Prima volta in costume. Puoi, uhm...puoi lasciarmi qui?

-Sai volare? Perché siamo ad almeno cento piani d’altezza.

-Quel palazzo laggiù andrà benissimo.

L’Uomo Ragno atterra sull’edificio indicato. Catalyst barcolla quando mette i piedi a terra: volteggiare a quell’altezza e a quella velocità non è semplice come sembra.

-Grazie per il team-up.

-Non c’è di che.

Qualche secondo di silenzio imbarazzante.

-Ascolta, se hai intenzione di dirmi che sono troppo giovane e inesperta per fare la super-eroina...

-Scherzi? Lo dicevano a me quando avevo sedici anni. Ogni tanto me lo dicono anche adesso. Il massimo che potrei ottenere sarebbe renderti ancora più determinata a proseguire, pur di darmi torto.

-Davvero? Allora posso aiutarti a dare la caccia a chi ha fatto saltare quel palazzo!? – risponde Catalyst, che per l’emozione torna ad utilizzare la voce di Maureen.

-Hey, non ho detto che potevi essere la mia spalla – taglia corto l’Uomo Ragno, alzando il braccio e preparandosi a tessere un filo di ragnatela per andarsene.

-Aspetta – lo ferma Catalyst; dal lanciaragnatele esce solo un getto d’acqua. -Se fossi stata con te, avrei potuto trasmutare l’esplosivo in qualcosa di inerte. Il Coordinatore ha dichiarato guerra alla città, infischiandosene delle vittime. Per tutta la vita ho visto eroi e criminali combattere, senza avere mai la possibilità di fare altro che stare a guardare. Ora ho il potere di fare qualcosa. Tu sei un eroe da così tanto tempo...ci sono tante cose che potresti insegnarmi.
La mente di Peter parte: la ragazza ha toccato la corda giusta. Se l'abbandonasse al suo destino, nonostante le buone intenzioni potrebbe diventare una super-criminale, con un potere del genere - Molecola docet. O, peggio, potrebbe farsi ammazzare, come fanno tante giovani leve nell'ambiente; senza super-forza, o perlomeno invulnerabilità, solo Devil riesce a cavarsela egregiamente negli inevitabili scontri fisici che quel genere di “hobby” richiede.

-Ci penserò su. Tu pensa ad andare a scuola nel frattempo – risponde l’arrampicamuri, saltando nel vuoto ed allontanandosi lanciandosi tra una ragnatela e l’altra.
“Guarda che vado all'università!”, vorrebbe gridargli contro. “Sembro così giovane?”

Catalyst si toglie la maschera; attraversati dal suo potere, i capelli rossi tornano al castano naturale.

L’Uomo Ragno ha ragione... è tardissimo: non le restano che poche ore di sonno prima dell’orario di lezione. E difficilmente i professori capirebbero qualcosa di cosa si prova a passare una notte insonne per il brivido dell’avventura in costume. Neanche il professor Parker.

Strano, si era presa una tale cotta per lui... ma è pur sempre un uomo sposato. Meglio che le sue lezioni e il suo tirocinio siano acqua passata, anche se deve ringraziarlo per averla indirettamente trasformata in una super-donna.
Chissà se l’Uomo Ragno è single?

 

Forest Hills
A riprova che la sua fibra non è comune, Mary Jane Watson non si scompone più di tanto dal suo dormiveglia, quando suo marito rientra dalla finestra. Riconoscerebbe ovunque il rumore della ragnatela appena emessa e dei suoi passi felpati sul muro.
-Bentornato. Spero che zia Anna ti abbia visto dalla sua finestra, era in pena per te.
-Mi dispiace... anche per te, perché ora dovrai sopportare la mia puzza - avverte, lasciando sul pavimento la maglia del costume e annusandosi - Mi faccio domattina la doccia. E laverò io le lenzuola, ok?
-Se puzzi troppo, vado a dormire a terra in camera di May.
-Grazie di farmi sorridere anche dopo una giornata così - dice, sfilandosi la calzamaglia.
-Non stavo scherzando - ribatte, con un largo sorriso, appena visibile alla luce filtrata della luna.
-E dai. Non posso neanche baciarti ché ti lascerei stecchita - si infila nudo sotto la coperta.
-Ma che è successo? Chi è questo s####o di un Coordinatore?
-Che ne so... lo aggiungo alla lista dei figli di buona donna di cui devo scoprire l'identità... e a cui voglio cambiare i connotati.
-E la tua amica rossa? La conoscevi?
Nessuna risposta. Che nasconda qualcosa?
-Peter? Peter? - bisbiglia Mary Jane.
Un respiro rumoroso le segnala che si è addormentato  e lo conosce abbastanza da sapere che non sta fingendo. Sorride intenerita, lo bacia sulla fronte e si volta dall'altra parte.

 

Il mattino seguente

Ryker’s Island

Per il rispetto delle convenzioni internazionali e del buon senso, tutti i prigionieri del maggiore carcere di New Yorkl hanno diritto alla loro ora d'aria. E' il momento più delicato della giornata anche nelle prigioni ordinarie: qualche rissa o qualche bravata ci scappano spesso. Se poi la struttura concentra i più pericolosi delinquenti d'America le probabilità diventano esponenziali.
Il ricambio di personale ha un tasso altissimo, qui, a causa delle defezioni e degli infortuni sul lavoro. Steven Taylor fa il secondino solo da qualche mese ed è andato tutto relativamente tranquillo. Conoscendo la storia del posto, sapeva che non poteva durare.
Di vedetta sulla passerella delle mura esterne, avverte qualcosa. Cala un silenzio particolare, come se fosse sparito il ronzio di fondo della tecnologia. Si guarda intorno e avverte un po' di smarrimento, nei colleghi pur lontani. Prende la radio e si accorge che non funziona. Non può essere un caso.
Un'altra guardia corre verso di lui, esagitata:
-Il sistema elettrico... primario, emergenza... è saltato! Gli allarmi non funzionano... dev'essere un attacco!
-Da dove? - domanda Taylor, dopo aver tolto la sicura al suo fucile.
Il poliziotto penitenziario non gli risponde. Si limita a spalancare la bocca e guardare alle sue spalle. Steven si volta nella stessa direzione e lo vede: l'Avvoltoio in picchiata libera.
-Sparate a vista! - si sente gridare, con tutta probabilità dall'agente di più alto grado.
I due agenti puntano le loro armi e fanno fuoco a ripetizione. Se fossero cacciatori, avrebbero più chance di beccare un volatile. Non sono stati addestrati abbastanza per colpire un bersaglio come il fulmineo e imprevedibile Adrian Toomes, che volteggia in rapidi scatti verso il cortile.
I prigionieri esplodono in un boato di sostegno, e ciascuno schiamazza nel tentativo di richiamare l'attenzione dell'intruso.
Tutti, tranne Hermann Schultz.

Siccome chi ha il pane non ha i denti, lo Shocker in tuta arancione trasecola quando vede giungere la sua vecchia conoscenza e quando viene prelevato di forza.
-Ehi! Che ca##o fai?! - urla al suo indirizzo, ormai in volo.
I proiettili sibilano pericolosamente vicino alle sue orecchie.
-Attento!!! - grida ancora, per paura di essere crivellato di colpi.
Per sua fortuna, nel giro di un minuto sono già lontani dalle mura di recinzione, e gli elicotteri partiranno troppo tardi all'inseguimento.

 

Empire State University
Dipartimento di Fisica - Istituto "Enrico Fermi"
Non ha avuto neanche modo di parlare con Mary Jane di quello che è successo il giorno precedente. Persino lei era così stanca che non si è svegliata quando lui si è alzato, ha fatto colazione ed è andato al lavoro. Figuriamoci lui. Per fortuna in dipartimento sono tutti abituati alle sue profondissime occhiaie perenni.
Peter prova una sensazione di fastidio passando davanti al laboratorio del professor Lubisch. E' ancora chiuso con i sigilli delle forze di polizia, dopo giorni e giorni dall'incidente. Si vocifera che stia affiorando qualcosa di grosso e il suo intuito non può che collegarlo a Maureen Goodwin. Teme che abbiano scoperto qualcosa sulla mutazione della sua tirocinante, o che vogliano sfruttare il potenziale mutageno del Trasmutatore Neutronico. Sin dal primo momento avrebbe voluto infiltrarsi per indagare personalmente, ma il posto è sempre sorvegliato o videosorvegliato. Farlo come Peter Parker sarebbe una follia, farlo come Uomo Ragno significherebbe attirarsi gli strali dell'opinione pubblica e delle forze dell'ordine. Forse sarà il caso di riesumare dalla naftalina il costume di Ricochet, l'ultima delle sue identità a non essere stata ancora bruciata... Del resto, la ragazza è tornata a frequentare le lezioni e ha dato prova di stare bene. Nella lista delle sue priorità la faccenda è scesa in favore del Coordinatore e del Camaleonte, su cui deve trovare il tempo di indagare. Non ha neanche la forza di essere furioso per come è stato preso in giro e battuto la sera precedente.
Nel frattempo, non può che dedicarsi anima e corpo a un laboratorio attiguo, dove si concentra la quasi totalità dei suoi sforzi di dottorando. Il laboratorio dei Fantastici Cinque. Non supereroi del futuro, ma un gruppo di brillanti scienziati di mezzo mondo con cui ha l'onore di collaborare per il suo progetto di tesi sui semiconduttori.
-Buongiorno a tutti- li saluta, facendo il suo ingresso. In risposta ha qualche mugugno o cenno. Sente nervosismo dai suoi esimi colleghi.
Preferisce non svegliare il can che dorme, così accende i suoi terminali e si mette al lavoro. Non manca molto per finire: solo le ultime prove sperimentali, gli ultimi calcoli da correggere.
-Cheng, potremmo controllare questi valori?- domanda più tardi al membro più autorevole del team.
-Umpf... fa' vedere - accetta di cattivo grado il cinese. Peter lo osserva ancora ammirato mentre smanetta con il computer, da un lato, e con le apparecchiature, dall'altro.
-I valori sono migliorati di molto, complimenti - ammorbidisce i toni dopo l'incrocio dei dati - Purtroppo la resistenza non è ancora abbastanza bassa quanto vorresti... ma, come ti ho già detto le altre volte, non mi preoccuperei più di tanto. Per i nostri scopi va più che bene così, e lo metterò per iscritto in tua difesa. Non ti dannare l'anima!
-I vostri fantomatici scopi... tu mi insegni che quel pur minimo valore di resistenza può avere grossi effetti su larga scala.
-Ti fai davvero troppi problemi, ragazzo mio. Credimi, sono ben altre le cose per cui preoccuparsi... - allude Long, allontanandosi senza fornire ulteriori spiegazioni.
Spiegazioni che potrebbero arrivare, imprevedibilmente e con un certo tempismo, solo poche ore dopo.
Proprio quando le occhiaie si approfondiscono e la stanchezza si fa più sentire, l'arrampicamuri viene ridestato da una sottile attivazione del senso di ragno. “Non un altro attacco al laboratorio, ti prego!”, si augura fra sé e sé, mentre si guarda intorno alla ricerca della fonte del pericolo.
Si sente un forte mormorio all'esterno. Un rumore di passi incalzanti.
D'improvviso, le porte del laboratorio si spalancano e lasciano entrare un plotone di agenti dell'FBI, con le armi spianate.
-Signori, alzatevi con le mani bene in vista e non opponete resistenza - annuncia il comandante dell'operazione - Vi dichiaro tutti in arresto!

Peter Parker sgrana gli occhi. In un folle mondo, nella sua pazza vita, esiste ancora qualcosa in grado di meravigliarlo.

CONTINUA!

 

 

 

 



[i] Norman Osborn sta cercando di ri-pulirsi la reputazione dopo il suo coinvolgimento nello scandalo del culto di Omm.

 

[ii] ... anche se in realtà l'abbiamo lasciato come membro dei Supernaturals di Valerio Pastore.